Benché possa sembrare tutto immobile, ci sono floricoltori in tutta Europa che non si fermano e cercano una soluzione a un settore che se dovesse arrendersi al primo grande ostacolo della sua storia, dimostrerebbe di non essere all’altezza dei suoi splendidi prodotti: i fiori.
Sono tante le iniziative volte a non far sparire tutto in una bolla d’aria, lasciando aziende e lavoratori in balia di un buco di miliardi di euro.
I floricoltori olandesi hanno creato video e approntato materiale per testimoniare come procede il mercato, pubblicando dei diari digitali giorno per giorno, con lo scopo di far toccare con mano a tutta la comunità mondiale quanto stia accadendo a uno dei settori agricoli più importanti per la società.
Anche molti vivaisti italiani stanno cercando di mettersi in contatto con le istituzioni per poter mantenere uno spiraglio di apertura dei mercati, con la seppur minima vendita locale e quella diretta nei garden center e nei supermercati.
Il mercato deve riaprire e sebbene le vendite non potranno più essere quelle degli scorsi anni, per forza di cose, si dovrà puntare al danno minore.
Cosa può fare il comune cittadino, il cliente finale sebbene sia l’ultimo ma fondamentale anello di questa catena produttiva? Semplicissimo. Comprare piante, tutte quelle che può acquistare, tenere vivo l’interesse verso questo indispensabile prodotto naturale e ahimè deperibile che dalla storia dell’umanità a oggi allieta i momenti della vita di tutti i giorni.