Non esiste in natura alcuna pianta che abbia la versatilità e la facilità di coltivazione del pothos. Originaria delle isole del Pacifico e di larga parte del continente oceanico, il pothos è composto da radici aeree da cui trae anche il nutrimento necessario e tutta l’umidità utile e in natura può anche superare i venti metri di lunghezza con i suoi rami rampicanti, mentre in appartamento si attesterà sui due metri. Ciò che la rende apprezzabile oltre alla sua “modellabilità” in base all’ambiente, anche il suo fogliame verde brillante, grande, cuoriforme, striato e lucido. Appartenente alla famiglia delle Aracee, il pothos ha comunque bisogno di alcune attenzioni se non altro per non risultare trascurato e per dare il massimo anche in casa.
L’esposizione ideale deve essere soleggiata, ma non diretta alla luce del sole, comunque riparata dalle correnti fredde e esposta a un certo grado di umidità.
Le irrigazioni dovranno essere costanti sia in inverno che in estate, prestando attenzione a che il terreno si asciughi fra un’innaffiatura e l’altra, evitando perentoriamente di creare ristagni. Le foglie andranno di tanto in tanto nebulizzate.
Il terreno del pothos deve essere arricchito con una percentuale di sabbia che favorisca il drenaggio dell’acqua in eccesso. Per capire se la pianta sarà o meno in buono stato, basterà guardare il colore del fogliame che non deve essere mai troppo ingiallito. Considerata la sua tollerabilità di ambienti umidi potrà anche essere opportunamente sistemata in bagno.
Il pothos è una pianta validissima per l’assorbimento di sostanze tossiche presenti nell’aria, soprattutto della formaldeide, che proviene dal traffico delle strade e dalle vernici dei mobili.